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Il Ritratto Di Gruppo più Grande Del Mondo

 

L’arte relazionale, si adopera per creare dispositivi in grado di attivare la creatività del fruitore trasformando l’oggetto d’arte in un luogo didialogo, confronto e, appunto, di relazione in cui perde importanza l’opera finale e assume centralità il processo, la scoperta dell’altro, l’incontro.

Chiarito il concetto che sta alla base del progetto, la profonda differenza e la forza di un’opera d’arte partecipata risiedono nel fatto che l’artista (che pure detiene la paternità dell’opera) lascia proseguire la sua visione lasciando che gli altri “attori” entrino in gioco con le proprie energie, il proprio entusiasmo, le proprie visioni.

Questa idea vuole evidenziare e magari contrastare con una azione forte ed emblematica il problema -sempre più diffuso su tutto il territorio regionale- dello spopolamento.

I piccoli centri -come Banari piccolo comune del Mejlogu nel nord-ovest della Sardegna a pochi km da Sassari- vedono instaurarsi questa perversa spirale: per diversi fattori diminuiscono i residenti, cominciamo a calare i servizi, chiudono gli sportelli bancari, gli uffici postali, molti servizi pubblici legati alla sanità, facendo sì che mano mano anche chi non aveva nessuna intenzione di lasciare il paese, piano piano si trova costretto a farlo. Più persone vanno via, più servizi pubblici fondamentali verranno a mancare o saranno erogati a singhiozzo. Una spirale perversa appunto.

Ecco quindi l’dea di Arte Relazionale proposta alla comunità Banarese:

Voi -quasi 600 persone- non vi siete arresi e scegliete di vivere e godere della vostra famiglia nelle vostre case e nella vostra campagna ancora oggi…bene!

Allora immaginate di USCIRE TUTTI, una domenica mattina dei primi di agosto, in attesa delle festività per san Lorenzo, con i compaesani che tornano in famiglia e nelle case di origine, nella piazza centrale del paese, nel cuore della vostra comunità per fare una cosa semplicissima, ma che passerà alla storia:

Un gigantesco, curato, partecipato ritratto di gruppo.

Una fotografia che con forza energia, originalità vi farà gridare: IO CI SONO, SIAMO QUI, SIAMO QUESTI CHE VEDETE, e soprattutto SIAMO UNITI, SIAMO INSIEME, SIAMO UNA COMUNITA’ VERA.

Tutti insieme, i grandi vecchi, gli anziani, i lavoratori, gli studenti, i ragazzi e i bambini, gli emigrati e i fuori sede, le persone indisposte e magari allettate aiutate e sostenute dai volontari. Dovete esserci tutti, nessuno dovrà mancare, perché solo così l’opera potrà definirsi “partecipata”, solo così avrà la forza delle grandi imprese, solo così verrà ricordata come esempio e citata non solo nell’Isola tutta, ma anche in continente e fuori. Perché non è mai stata fatta prima una cosa del genere.

E ci piace raccontarvi di come una delle più grandi artiste del 900’, la nostra Maria Lai di Ulassai riuscì nel progetto -oggi famoso in tutto il mondo- di coinvolgere i suoi paesani per partecipare alla performance “LEGARSI ALLA MONTAGNA”. Progetto unico e primigenio (era il 1981) di Arte partecipata in Sardegna.

Il 04.08.2018 siamo infine riusciti a realizzare questa impresa, ne hanno parlato in tutta la Sardegna, poi in continente, piano piano grazie ai circuiti dell’arte contemporanea ne parleranno anche fuori dall’Italia. Anche grazie al docufilm che accompagna il  “making of”, e alla grandissima fotografia (un impianto di quasi 60mq stampata in alluminio DiBond) che accoglie i visitatori di Banari all’ingresso del paese.

Chiude il progetto una originalissima pubblicazione  in edizione limitata a cura di Punctum Press Editore che racconta tutto il percorso fatto per arrivare a quella domenica commentato dai preziosi contributi scritti di Marco Delogu, Stefano Resmini, Sandro Roggio e Celestino Tabassso.

Come in un sogno ci siamo riusciti e abbiamo consegnato una Fotografia alla storia, un momento di unione, di coesione, fratellanza e sostegno unici, per dimostrare che è possibile, che è bello, e che gli uomini e le comunità possono scegliere di unirsi e agire insieme non solo per fare la guerra, ma per la creatività, per l’arte, per la cultura scegliendo di credere in un mondo migliore.

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